«Anche le aziende di Stati terzi possono essere ascoltate in giudizio»

Successo intermedio per Swissgrid dinanzi alla Corte di giustizia dell’Unione europea

Autore: Noël Graber


La Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) si è pronunciata a favore di Swissgrid nel procedimento relativo alla partecipazione alla piattaforma di regolazione dell’energia TERRE. Sebbene la controversia non sia ancora risolta, la sentenza conferma che anche le aziende di Stati terzi possono esercitare il diritto di audizione qualora siano sufficientemente interessate da una decisione. Mike Schmid, General Counsel presso Swissgrid, analizza la decisione.

Nell'intervista

Bastian Schwark
Mike Schmid

General Counsel presso Swissgrid

Mike, cosa ha deciso esattamente la Corte di giustizia dell’Unione europea?

Mike Schmid: Innanzitutto, un po’ di contesto: ci difendiamo da una decisione della Commissione europea che ci avrebbe escluso dalla partecipazione a TERRE. La CGUE ha ora annullato una sentenza dell’istanza inferiore, il Tribunale dell’Unione europea, al quale l’ha rinviata per una nuova valutazione. Il Tribunale dell’Unione europea non aveva nemmeno accolto la nostra azione, sostenendo che la lettera della Commissione fosse una lettera ordinaria priva di effetti giuridici e che Swissgrid non fosse pertanto legittimata ad adire le vie legali. La CGUE ha ora annullato la decisione di non entrata nel merito. Anche se non è ancora stato deciso se potremo continuare a partecipare a TERRE o alle altre piattaforme (MARI, PICASSO) in futuro, il Tribunale dell’UE deve ora per la prima volta esaminare il caso.

Non è quindi ancora stata presa una decisione definitiva sulla partecipazione di Swissgrid a TERRE. Che cosa significa concretamente la sentenza?

Sebbene sia solo un successo intermedio, la sentenza è importante. L’istanza inferiore deve ora stabilire se la Commissione europea abbia violato il diritto dell’UE con il suo approccio e se la sua lettera debba quindi essere dichiarata nulla. Guardiamo al futuro con ottimismo. La sentenza della CGUE lancia un segnale importante: anche le aziende di Stati terzi possono esercitare il diritto fondamentale di audizione nell’UE qualora siano influenzate negativamente dalle azioni delle autorità dell’UE. Ciò vale anche se l’azione è contro la Commissione europea. Quest’ultima non può eludere la protezione giuridica delle parti interessate di Stati terzi procedendo al di sotto della soglia delle decisioni formali. La decisione della CGUE è in contrasto con l’opinione di alcuni ambienti svizzeri sul ruolo della Corte di giustizia nella risoluzione delle controversie con l’UE, in particolare in relazione agli accordi bilaterali esistenti e nuovi, tra cui l’accordo sull’energia elettrica.

Esistono altri procedimenti in relazione alle piattaforme di energia di regolazione europee. Qual è la situazione?

Sì, oltre al procedimento TERRE, Swissgrid si difende anche dalla non partecipazione o dall’esclusione dalle piattaforme MARI e PICASSO e dalla compensazione dello sbilanciamento (IGCC). Lo facciamo in un procedimento legale contro l’Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia dell’UE (ACER). In definitiva, il nostro obiettivo è quello di adempiere al nostro mandato legale, ossia la gestione sicura della rete di trasmissione, nel miglior modo possibile. Un accordo sull’energia elettrica con l’UE renderebbe anche questi procedimenti superflui, perché creerebbe sicurezza giuridica e ci permetterebbe di partecipare ufficialmente e di avere voce in capitolo in queste piattaforme, essenziali per la stabilità della rete.


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Head of External Communication


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